Periodizzazione
Siccome non ho tanta voglia di impelagarmi in consultazioni storiche autorevoli, permettetemi di servirmi di quell’utilissimo strumento di consultazione enciclopedica che è Wikipedia:
Secondo la periodizzazione tradizionale della Storia
d'Europa, che prevede quattro epoche, classica, medievale, moderna e contemporanea, il medioevo è il periodo il cui inizio viene collocato, per l'intera Europa, nel 476, cioè nell'anno che corrisponde alla deposizione dell'ultimo imperatore romano Romolo Augusto, e che segna la fine dell'Impero romano d'Occidente.Diversamente, la sua conclusione viene collocata in ciascun paese in date diverse, che coincidono con la nascita delle rispettive monarchie nazionali ed il periodo rinascimentale. Alcune date comunemente utilizzate sono il 1453, con la fine della guerra dei cent'anni tra Inghilterra e Francia e la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani; il 1492, con la conquista dell'ultimo baluardo islamico in Spagna e la scoperta delle Americhe da parte del genovese Cristoforo Colombo, ed il 1517, con la Riforma protestante.
Riassumendo ancora da Wikipedia: distinguiamo un Alto medioevo che va dal V al X secolo, un Medio medioevo (secoli XI-XII) e un Basso o Tardo medioevo, che si allunga fino al XV secolo.
Cap. I – L’uomo e l’ambiente
Introduzione
Uno dei motivi per cui si potrebbe rimpiangere il Medioevo è lo stretto contatto con la natura: infatti oggigiorno
«Tra l’uomo e l’ambiente si è frapposto un velo tecnologico che
serve da intermediario obbligatorio, impedendo praticamente qualunque contatto
diretto.»
Esempi di come l’uomo medievale fosse costantemente a contatto con la natura sono il suo rapporto con gli arnesi da lavoro: l’arma del boscaiolo contro gli alberi è la scure, quella del contadino contro il terreno è l’aratro trainato da bestie da tiro. E poi il freddo, la fame, la malattia, sono tutte fedeli compagne dell’uomo che si ritrova solo contro una natura difficile da domare. Da qui l’importanza di un discorso sull’ambiente per capire quanto il nostro mondo di oggi si differenzia da quello medievale.
L’ambiente medievale
Terra, mare, flora, fauna.
Sarebbe assurdo affermare che l’ambiente e i suoi organismi non abbiano subito modificazioni nel corso dei secoli; tuttavia, esse procedono così a rilento da passare inosservate. Tuttavia si sa che il terreno può essere sconvolto da terremoti e inondazioni e la faccia superficiale del mondo viene così stravolta. Il mare, ad esempio, scalza le scogliere e inghiotte foreste, terre coltivate, villaggi interi o li minaccia con una temporanea avanzata in tempi di tempesta o alta marea. Per quanto riguarda la flora, la maggior parte dell’Occidente medievale era ricoperto da foresta, una foresta rigogliosa che è nata o ha ripreso vigore in tempi freschi e umidi, all’epoca dei merovingi. La foresta era composta principalmente di alberi a foglia o conifere, poi rimpiazzate dai pini.
L’azione dell’uomo è stata sempre incisiva sulla flora, che ha distrutto con fuoco, dissodamento e il bestiame, e la rinascita di una foresta non avviene spontaneamente se non nelle regioni che le sono favorevoli.
La fauna dell’Occidente era leggermente diversa rispetto a quella conosciuta oggi, infatti alcuni animali diffusi nel Medioevo sono oggi scomparsi; in compenso, bestie molto comuni erano i lupi (che hanno inciso profondamente il Medioevo per numero e contatti con gli uomini), gli orsi (ben conosciuti da contadini e montanari che temono questa grossa bestia avida di miele) che sono però diminuiti sotto i colpi dei gran signori che sguinzagliavano contro di loro mastini addestrati a cacciarli; altri carnivori come la lince o il gatto selvatico non hanno potuto svilupparsi molto fin tanto che il lupo era re, ma il cinghiale, ad esempio, era molto comune e considerata la bestia più forte che ci fosse (poteva uccidere con un solo colpo del grugno). Altri animali hanno destato meno interesse perché sono state comuni fino al XX secolo: volpi, tassi, fagiani (apparsi forse all’inizio del Medioevo), lepri, caprioli, camosci, formiche, api.
L’azione dell’uomo è stata sempre incisiva sulla flora, che ha distrutto con fuoco, dissodamento e il bestiame, e la rinascita di una foresta non avviene spontaneamente se non nelle regioni che le sono favorevoli.
La fauna dell’Occidente era leggermente diversa rispetto a quella conosciuta oggi, infatti alcuni animali diffusi nel Medioevo sono oggi scomparsi; in compenso, bestie molto comuni erano i lupi (che hanno inciso profondamente il Medioevo per numero e contatti con gli uomini), gli orsi (ben conosciuti da contadini e montanari che temono questa grossa bestia avida di miele) che sono però diminuiti sotto i colpi dei gran signori che sguinzagliavano contro di loro mastini addestrati a cacciarli; altri carnivori come la lince o il gatto selvatico non hanno potuto svilupparsi molto fin tanto che il lupo era re, ma il cinghiale, ad esempio, era molto comune e considerata la bestia più forte che ci fosse (poteva uccidere con un solo colpo del grugno). Altri animali hanno destato meno interesse perché sono state comuni fino al XX secolo: volpi, tassi, fagiani (apparsi forse all’inizio del Medioevo), lepri, caprioli, camosci, formiche, api.