"Show, don't tell (Mostra, non dire) è un'espressione di tecnica narrativa di derivazione anglosassone. Viene utilizzata come raccomandazione per gli scrittori che fanno un uso eccessivo di spiegazioni e commenti a discapito dell'azione e dei dialoghi. Se
lo scrittore usa azione e dialoghi per rivelare un personaggio, la trama
dovrebbe risultare più interessante al lettore. Quest'ultimo dovrebbe sentire di vedere la scena schiudersi di fronte a sé e, in conseguenza di ciò, giungere a una propria interpretazione senza
interferenze da parte dell'autore."
Direi che il concetto è piuttosto chiaro. E lo è ancora di più se ci viene in aiuto una metafora presa in prestito dal mondo cinematografico: in sostanza, sarebbe bene descrivere una scena non raccontando ciò che dice e fa un personaggio, ma vedendolo agire e parlare, quasi vi fosse un obiettivo a catturare ogni sua espressione e movimento (sì, un po' come spiarlo dal buco della serratura).
Personalmente, condivido in pieno questo assunto. Ed è anche per questo che nel raccontare prediligo l'uso della terza persona limitata: infatti, da un po' mi sono resa conto che un punto di vista onnisciente rende spesso noiosa la lettura. Io trovo sacrosanto il beneficio del dubbio, la carica suggestiva delle reticenze.
Certo, c'è poi chi, secondo me, ne abusa, lasciando troppi punti oscuri, domande in sospeso. E' il caso, a mio parere, di Steven Erikson (che ho scoperto solo di recente) il quale, per quanto io quasi adori e osanni il suo stile e i suoi scritti, non manca di far scervellare il lettore durante tutto il corso della narrazione. Da un lato questa "tattica" produce l'effetto di portare la curiosità al suo apice, ma dall'altro desta non poco nervosismo (almeno per ciò che mi riguarda... in più punti della lettura avrei voluto avere Steven a disposizione di fronte a me per farmi chiarire personalmente vari misteri!). Nonostante ciò, è anche vero che in Erikson tutti i pezzi del puzzle alla fine combaciano, anche se non subito e a una certa distanza tra un libro e l'altro.
In generale, comunque, è sicuramente peggio trasgredire il dettame "Show, don't tell", piuttosto che applicarlo all'ennesima potenza: infatti, nel primo caso si crea un buon motivo per abbandonare la lettura; nel secondo caso se ne offre uno per continuare a leggere.
P.S. Rinvio a un interessante articolo pubblicato su Gamberi Fantasy:
http://fantasy.gamberi.org/2008/05/31/riassunto-delle-puntate-precedenti/
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