giovedì 10 luglio 2008

Un nuovo regno (ma con la solita solfa)

Titolo: Le Guerre del Mondo Emerso - Un nuovo regno

Autore: Licia Troisi

Anno: 2007

Edito da: Mondadori

Pagine: 508

Prezzo: 17,00 euro

Voto: 4/10


Stanotte ho finito di leggere Un nuovo regno, di Licia Troisi.
Il capitolo conclusivo delle Guerre del Mondo Emerso non è nulla più nulla meno di ciò che mi aspettavo: a dirla tutta, il barlume di speranza che ancora nutrivo nei confronti di questo romanzo - la speranza di un salto di qualità finale, un coniglio che sbucasse dal cilindro - si è spento dopo poche pagine.

Puntualizzo che queste mie riflessioni non possono in alcun modo costituire una recensione compiuta, semplicemente per il fatto che non ho letto tutto il libro; o meglio, metà l'ho letta in maniera continuativa, il resto a saltare perchè davvero la noia mi stava soffocando. Così ho fatto una corsa sfrenata verso l'ultima pagina, giusto per poter dire di aver concluso l'ennesima lettura.

Nonostante ciò credo che il fatto che non abbia letto l'opera per intero sia significativo ai fini di un giudizio complessivo: significa infatti che l'opera ha fallito il suo scopo principale, cioè quello d'invogliare alla lettura.

Allora, che dire di questo romanzo?
Considerando l'intera trilogia, devo ammettere che il romanzo d'apertura - La setta degli assassini - mi aveva a tratti conquistata (forse anche abbagliata, nel senso proprio dell'aver preso un abbaglio, una cantonata rivelatasi in pieno con Un nuovo regno). A quella Setta avrei dato pure un Sette decimi.
Con Le due guerriere già il cadavere aveva iniziato a puzzare, ma ancora non mi rassegnavo. Leggere dei batticuori di Dubhe e Lonerin poteva ancora essere un piacevole passatempo per una ventenne romanticona e patologicamente ostinata a non voler crescere come me.
Un solo aggettivo per Un nuovo regno: prevedibile. Ok, pure per il Signore degli Anelli era prevedibile che alla fine l'impresa della distruzione dell'Anello andasse a buon fine... ma vogliamo considerare tutto ciò che stà nel mezzo di una storia? Il come si arriva a quella che Tolkien definisce eucatastrofe?
Nulla di sconvolgente in questo pargolo troisiano, che considero un paio di spanne sotto alla stessa Setta che mi aveva dato belle speranze per i seguiti. Anche qui, le smancerie tra Dubhe e Learco sono passaggi commestibili, così per ammazzare il tempo. Ma cosa mi ha lasciato questa storia? Mi ha emozionata? No.

Spoiler. Manco quando è morto Ido, personaggio osannato da autrice e lettori. Forse l'unico con un certo spessore psicologico. E qui mi viene in mente, per contrasto, un parallelismo con un passaggio de La dimora fantasma (Erikson): la morte di Duiker e quella di Coltaine... a chi non sono venuti i brividi? Soprattutto per Duiker... crocifisso come un Cristo d'altri tempi. Un grande personaggio immolato per la buona causa della narrazione: questo sì che è un colpo da maestro! Fine spoiler.

D'altronde la Troisi non è Tolkien nè Erikson (nè qualsiasi altro buon scrittore che ancora non ho avuto il piacere e l'onore di scoprire); e poi guardiamo anche al target: ragazzini, adolscenti. Loro chiederebbero di più? No, e allora non viene offerto di più. Ma mi domando: la Troisi scrive espressamente per questo target o non è proprio capace di scrivere diversamente e quindi è limitata a questa fascia d'utenza? Nel primo caso ci sarebbe quasi da encomiarla: credo che scrivere per adolescenti sia cosa più complessa che farlo per adulti; bisogna avere enorme tatto e coscienza di metodo. Nel secondo caso... Vabbeh.

Non credo comprerò più altro della Troisi. Mi limiterò a scaricare gli ebook delle sue opere future nella speranza di quel famoso coniglio che sbuchi fuori dal cilindro...


Link correlati:

Un nuovo regno su IBS
Licia Troisi su Wikipedia
Blog dell'autrice

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